IL MONDO DEI TAROCCHI E DELLE SIBILLE
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L'ESOTERISMO NELL'ARTE - NOTRE DAME DE PARIS

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Messaggio Da YESENIA CARTOMANTE Mar Mar 12, 2024 9:25 am

Pur non essendo assolutamente esperta d'arte (a dire il vero ci capisco molto molto poco) sono incappata tempo fa su alcune bellissime pagine che hanno illustrato come, nel corso della storia, ci sono stati autori e opere che esprimono, palesemente o meno, concetti esoterici.

Ovviamente in questo post non posso parlare di tutte le opere che, più o meno, hanno al loro interno potenti simboli esoterici. Parlerò oggi della cattedrale di NOTRE DAME DE PARIS

La cattedrale di Notre-Dame di Parigi è senza dubbio l'esempio perfetto di chiesa filosofale o, come disse Victor Hugo, «un geroglifico completo, la sintesi più soddisfacente della scienza ermetica.»

Se consideriamo la cattedrale un libro è necessario iniziare dal titolo che capeggia sulla copertina.
Vista nel suo insieme la facciata occidentale, affiancata dalle torri campanarie gemelle, ci mostra l'immagine della lettera H.

Questo carattere corrisponde alla eta (Η, η) greca, iniziale del dio solare Helios e all'ebraica hêt (ח) del nome di Elia. Comune a entrambi i personaggi è il simbolo del carro di luce e fuoco, la Merkabah dei cabalisti, veicolo divino che permette l'ascensione al cielo.
E cos'è il tempio terreno se non la base dalla quale l'uomo intraprende il cammino di elevazione?

Nell'alfabeto ebraicola hêt è composta graficamente dall'unione di altre due lettere, una wâw e una zaîn, unite da un piccolo ponte. La prima allude al collegamento tra terra e cielo mentre la seconda simboleggia la sovranità divina sul mondo fenomenico.

IL PORTALE DEL GIUDIZIO UNIVERSALE

L'ESOTERISMO NELL'ARTE - NOTRE DAME DE PARIS Giudiz13

Costruito tra il 1220 e il 1230, è il portale di centro della facciata occidentale.
Gravemente danneggiato nel 1771 ha subito negli anni numerosi restauri e ricostruzioni che lo hanno privato di gran parte dei simboli originari.

Sul pilastro centrale sono presenti le allegorie delle scienze medioevali, tra cui l'alchimia che detiene in posto d'onore, di fronte al sagrato. Viene raffigurata come una donna assisa su un trono, la fronte alzata verso il cielo, recante uno scettro nella mano sinistra (sovranità) e due libri nella destra, uno chiuso (esoterismo), l'altro aperto (essoterismo). Tra le sue ginocchia è stretta una scala di nove gradini che termina all'altezza del cuore: è la scala philosophorum che conduce attraverso gli stadi di trasformazione.

Proseguendo nell'osservazione della porta centrale, al di fuori delle strombature, troviamo quattro bassorilievi. Il primo rappresenta il sacrificio di Abramo, l'altro Giobbe sul letamaio, il terzo San Cristoforo che attraversa un torrente e l'ultimo un uomo su una torre, intento a scagliare frecce verso il sole. Qualcuno ha voluto vedere in quest'ultima figura Nimrod, il mitico costruttore della Torre di Babele, che dopo aver combattuto gli uomini si appresta a sfidare Dio.

Per gli ermetisti queste figure incarnano la ricerca della Pietra Filosofale dove Abramo è emblema dell'obbedienza, Giobbe del dolore, San Cristoforo della carità e Nimrod del desiderio di potenza, grande avversario dei praticanti l'Arte.

Nel cielo della valle di Giosafat un angelo suona la tromba, le tombe si aprono e i morti risorgono dai sepolcri. Una scena molto simile a quella riportata nella XX lama dei tarocchi, chiamata appunto Il Giudizio. Oswald Wirth, attento studioso del simbolismo delle carte, ha voluto vedere in questa scena l'allegoria del risveglio iniziatico che porta a nuova vita.

Risalendo verso la sommità dell'arco il bassorilievo mostra San Michele e Satana pesare le anime su una bilancia e compiere la ripartizione. Ai lati, dieci dannati vengono trascinati da diavoli cornuti mentre all'opposto si schierano altrettanti santi.

È bene sapere che nella tradizione giudaica il simbolismo della pesata è presente fin dall'antichità, probabilmente importato dalla cattività egiziana.
«Mi pesi Dio con bilance di giustizia e conoscerà la mia integrità.» (cit. Gb 31, 6-7)

Il bene indica ciò che è allineato sia all'esterno che all'interno. Nel pensiero ebraico i demoni sembrano essere impotenti di fronte all'equilibrio.

Allora perché il Demonio non solo partecipa, ma sembra anzi falsare il risultato operando su uno dei piatti?
La risposta è di nuovo da ricercarsi nel linguaggio alchemico.

La bilancia del filosofo ermetico non è un semplice strumento di operatività esteriore ma serve a equilibrare i pesi dell'arte con il peso della natura, l'insieme dei nostri elementi esteriori con l'unità interiore. In quest'ottica le due figure diventano allegorie delle forze creative (Satana), che operano direttamente sulla materia volgare, e evolutive (San Michele), che la elevano sublimandola a elemento perfetto: il rebis filosofale.
Nella lama VIII del tarocco marsigliese restaurato da Camoin, la Giustizia viene raffigurata nell'atto di mantenere in equilibrio forzato i piatti della bilancia.

IL PORTALE DELLA VERGINE

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Parliamo ora anche del cosiddetto Portale della Vergine.

Costruito tra il 1210 e il 1220, questo portale è il più celebre della catterale.

Sulla cornice di mezzo, al centro del timpano, è scolpito un episodio della vita del Cristo, presumibilmente la resurrezione di Lazzaro.
Sul sarcofago sette cerchi raffigurano i sette metalli planetari. «Il Sole indica l'oro, l'argento vivo Mercurio. Ciò che Saturno è per il piombo, è Venere per il rame. La Luna dell'argento, Giove dello stagno e Marte del ferro sono figura.»

Gran parte delle statue che lo ornano sono un'aggiunta posteriore secondo i disegni di Viollet le Duc, nel XIX secolo, e quindi del tutto trascurabili.

Abbassando lo sguardo verso la parte sinistra del basamento troveremo cinque nicchie, ornate con delle curiose figure.
Il cane e le due colombe, animali citati da Artefio e Filalete, raffiguranti rispettivamente la separazione del composto in forma di polvere nera e la spiritualizzazione e sublimazione del mercurio filosofale.
A seguire abbiamo l'agnello, l'edulcorazione del principio arsenicale dalla materia e l'uomo voltato, il solve et coagula che insegna a realizzare la conversione degli elementi.

Sulla facciata esterna dei pilastri che sostengono l'architrave sono rappresentati i segni dello zodiaco.
Possiamo notare come la successione astrologica sia qui falsata: ai Gemelli infatti segue il Leone, che scalza il Cancro sul pilastro opposto. Agli occhi dell'alchimista esperto questa scelta appare come chiaro riferimento alla congiunzione del fermento filosofico (Leone) con il composto mercuriale che deve avvenire, appunto, nel quarto mese dell'Opera.

Sotto il portico un piccolo decoro quadrangolare mostra un cielo stellato nel quale un angelo sembra malmenare un bambino che fuoriesce da una giara.
È un'ottima sintesi della condensazione dello Spirito Universale, il bagno degli astri in cui il Sole e la Luna chimici si immergono per cambiare natura.

IL PORTALE DI SANT'ANNA

L'ESOTERISMO NELL'ARTE - NOTRE DAME DE PARIS San_ta10

Costruito tra il 1165 e il 1170, e successivamente ritoccato nel 1230, il Portale di Sant'Anna è il più antico della cattedrale. Anche qui i restauri di Le Duc hanno modificato l'architettura originaria, andata distrutta nel corso dei secoli.

Le sculture rimaste ci raccontano la leggenda francese, risalente al IV secolo, del vescovo Marcello, che uccise un drago con il solo tocco del suo pastorale (pur non essendo riconosciuto tra i santi della Chiesa Romana, la Francia lo festeggia il 3 Novembre).
Grillot de Givry, autore de La Grande Oeuvre (Parigi, 1907) vede in questa porta perennemente chiusa la via alchemica non volgare, destinata ai pochi eletti della Sapienza.

Una curiosa leggenda, di origine sconosciuta, circola riguardo la porta di ferro battuto.
Si narra che questa fu forgiata da un abile fabbro e alchimista di rue du Cloitre Notre Dame, chiamato Biscornette (bicorne). Incaricato di ferrare tutte le porte della catterale e desideroso di produrre un'opera così mirabile da fare ammutolire i suoi fratelli d'Arte, l'uomo si rivolse al Diavolo, offrendo, come nella migliore tradizione popolare, la sua anima in cambio dei servigi.
Satana iniziò il lavoro proprio dalla porta di Sant'Anna e creò la meraviglia che è visibile ancora oggi. Terminato il primo lavoro passò alla porta centrale ma questa volta, nonostante gli sforzi, il suo potere si rivelò vano. Di fronte all'atrio era infatti custodito il Sacramento che ogni giorno veniva portato in processione proprio attraverso quei battenti.
Furioso per l'inganno ordito dal saggio alchimista il Demonio maledisse la porta da lui creata, affinché nessuno potesse mai attraversarla. Poi, volato sulla sommità dell'arco, si tramutò nel rapace di pietra che, ancora oggi, vigila affinché nessuno infranga il divieto.

Al termine di questo breve viaggio attraverso alcuni dei molti simboli celati nell'architettura di Notre Dame de Paris non possiamo che soffermarci sulla misteriosa dedica del transetto sud.

«Anno Domini MCCLVII mense Februario idus secondo hoc fui inceptum Christis genitus honore kallensi lathomo vivente Johanne Magistra.»

La traduzione letterale di questo motto suonerebbe pressapoco così:
«Nell'anno del Signore 1257, il secondo giorno delle idi di Febbraio, quest'edificio è stato dedicato alla Madre di Dio da Mastro Jean, il cavapietre di Chelles.»

Ma proviamo ad applicare la cabala fonetica, ben conosciuta dagli ermetisti.

La parola anno designa l'anello o il cerchio metallico, emblema del Sole. Domini lo indica dominante, alto sull'orizzonte.
Le lettere MC sono l'abbreviazione di Medium Coeli. CLVII è declinazione di clueo, "esaltato, illustre, luminoso".
Mense deriva da mensio, "pesare, misurare". Februario indica l'azione di purificare. Idus proviene da iduo, che indica "separazione".
In alchimia il crogiolo, o crucibolo, è assimilato alla figura della croce e quindi del Cristo.
Honore indica l'azione del venerare o del consacrare. Kallensi è l'equivalente mal scritto (cosa comune nel medioevo) di callens, "esperto, prudente".
Lathomo ci riporta alle Latomiae, le cave romane usate come prigioni. In ambito alchemico possiamo assimilarlo allo spirito minerale imprigionato nella materia.
Johanne, deformazione di Johannes è un nome da sempre legato al fuoco e qui accostato con l'aggettivo vivente.
Infine Magistra, declinato al femminile, è l'appellativo ermetico di Iside, patrona dei misteri e Grande Madre della natura.

Cosa otteniamo infine?

«A mezzogiorno pesa e misura (la materia prima). Purifica e sapara. Consacra il crogiolo generatore, libera con prudenza lo spirito imprigionato nella materia. Vivificalo con il fuoco e (tramite lui) giungi alla Grande Natura.»

Un senso per il profano e uno per l'iniziato.




Fonti e Bibliografia:
Christian Jacq, Il messaggio dei costruttori di cattedrali, Ed. L'Età dell'Acquario, 2009.
Fulcanelli, Il mistero delle cattedrali, Ed. Mediterranee, 2005.
Fulcanelli, Le dimore filosofali, Ed. Mediterranee, 2005.
Alexander Roob, Alchimia e mistica, Taschen, 2006.
Fabre d'Olivet, La lingua ebraica restituita, Arché, 1996.
Oswald Wirth, I tarocchi, Ed. Mediterranee, 2002.
Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, La via dei tarocchi, Feltrinelli, 2005.
R. A. Schwaller de Lubicz, Il tempio dell'uomo, Ed. Mediterranee, 2009.
Anna Maria Pertini, Alchimia, architettura e spiritualità in Alessandro VII, Ed. Mediterranee, 2007.
Michael Maier, Atalanta Fugiens, Ed. Mediterranee, 2002.
Jean Chevalier e Alain Gheerbrant, Dizionario dei simboli, BUR, 1986.
Robert Ambelain, Nell'ombra delle cattedrali, Ed. privata fuori commercio.

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